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Seconda A
Mazzini

Il nostro compagno Lorenzo è andato a Fabriano a visitare il Museo della Carta e della Filigrana e ha scattato alcune foto di un laboratorio di carta riciclata . C'erano antichi macchinari!! Insieme ad un maestro ha fatto un foglio di carta che ci ha portato a scuola!

Ci ha raccontato..... e ci ha spiegato le fasi della lavorazione della carta con l'aiuto della sua mamma!

Le foto si riferiscono al Museo della Carta e della Filigrana che si trova nel complesso monumentale di San Domenico.
Al piano terra è situata una sala dove è stata ricostruita la GUALCHIERA MEDIEVALE.
Essa è la bottega dei Mastri Cartai Fabrianesi: è arredata con tutti gli apparecchi utili, illustra l'intero CICLO di FABBRICAZIONE della CARTA, dagli stracci di lino, cotone o canapa, fino alla collatura dei fogli e alle rifiniture.

Nella foto 1086 è rappresentata la PILA IDRAULICA A MAGLI MULTIPLI; si usava per battere gli stracci ottenendo così la PASTA DI CARTA.

Nell'immagine sottostante si vede la fase centrale della lavorazione uguale a quella di 700 anni fa. Il “Lavorente” immerge la forma nel tino. La forma è costituita da una rete metallica delimitata da un telaio detto “CASSO” ed ha lo scopo di delimitare le dimensioni del foglio.


Il foglio appena formato viene passato al PONDITORE che deve far scolare l'acqua in eccesso e adagiare la forma su un feltro di lana per far staccare il foglio dalla tela.

Il foglio viene posto negli “STENDACCI”, che sembrano degli stenditoi per biancheria, per completare l'asciugatura.

Il foglio viene immerso poi in un bagno di GELATINA ANIMALE in modo che esso, all'interno, diventi impermeabile agli inchiostri assicurando così una lunghissima conservazione nel tempo. Questa operazione si chiama COLLATURA.
La gelatina viene ricavata dal “CARNACCIO” cioè lo scarto delle concerie locali.

Il foglio di carta torna sugli stendaggi per l'ESSICCAMENTO DEFINITIVO.

Infine si eseguono le OPERAZIONI DI ALLESTIMENTO, con le quali la carta viene rifinita attraverso la “scelta”, la “cantatura”, la “pressatura”, la “satinatura”, l'”impaccatura”, e “stagionatura” a magazzino.

Foto